medicina di genere

Medicina di Genere: che cos’è, esempi e normativa italiana

Perché è opportuno considerare le differenze di genere in medicina?

In che anno l’OMS ha ufficialmente considerato il genere come uno dei determinanti di salute?

In Italia esiste una legge sulla medicina di genere?

Lungi dal voler offrire uno strumento formativo per chi stia leggendo, questo articolo nasce per introdurre al lettore o alla lettrice il tema della medicina di genere e del bias di genere in medicina.

Cercheremo di capire insieme:

Vogliamo dare una panoramica generale del fenomeno con lo scopo di instillare l’interesse e la curiosità verso una materia di cui si parla ancora troppo poco, nonostante causi grande sofferenza nelle moltissime persone che ne subiscono le conseguenze.

 

Bias di genere in medicina: che cos’è

In che cosa consiste il gender bias?

Il termine Gender bias definisce un effetto di distorsione legato al genere o distorsioni che si sono verificate in quanto non sono state considerate in modo opportuno le differenze di genere, atteggiamenti che traggono origine da pregiudizi legati al genere stesso.  

Secondo Margrit Eichler si possono distinguere tre forme principali di distorsione legate al genere:

  • Insensibilità al genere: nella programmazione e realizzazione di progetti non si tiene conto del ruolo che potrebbe ricoprire il genere;
  • Androcentrismo: questa forma di bias di genere si riconosce dal fatto che vengono esaminati e trattati prioritariamente problemi, condizioni di rischio e punti di vista che riguardano gli uomini;
  • Modalità di valutazione doppia: questa si presenta quando vengono utilizzati acriticamente per donne e uomini parametri diversi per la descrizione o il trattamento di situazioni sostanzialmente uguali.

La medicina è tutt’altro che esente dal gender bias, ed è proprio da questi pregiudizi (bias) di sesso/genere, nella ricerca e nella pratica clinica, che nasce la medicina di genere.

 

Medicina di genere: definizione OMS

Che cos’è la Medicina di Genere?

La medicina di genere (MdG) è definita dall’OMS come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.

In che anno l’OMS ha ufficialmente considerato il genere come uno dei determinanti di salute?

La MdG nasce nel 1991, con il famoso editoriale “The Yentl Syndrome” di Bernardine Patricia Healy, Direttrice dell’Istituto di Cardiologia del National Institutes of Health (NIH) statunitense, che si accorse che la ricerca scientifica era condotta solo sugli uomini e che, a livello clinico, le donne erano sottoposte a molte meno procedure diagnostiche e terapeutiche come coronarografie, trombolisi, stent. 

Perché è necessario che la medicina tenga conto delle differenze tra maschi e femmine?

Se si pensa a qualche esempio di medicina di genere, infatti, molto spesso la prima immagine che questo termine richiama alla nostra mente è quella della sintomatologia dell’infarto riportata dal Netter, che ormai sappiamo riferirsi ad una sintomatologia quasi esclusivamente maschile.

Nonostante oggi sappiamo che le donne manifestano sintomi completamente diversi da quanto riportato in quell’immagine, per decenni le donne sono state sottodiagnosticate o mis-diagnosticate a causa dell’androcentrismo del mondo della ricerca e della medicina in generale, con conseguenze gravissime sulla loro salute e sopravvivenza.

Una crescente mole di dati epidemiologici, clinici e sperimentali indica l’esistenza di differenze rilevanti nell’insorgenza, nella progressione e nelle manifestazioni cliniche delle malattie comuni a uomini e donne, nella risposta e negli eventi avversi associati ai trattamenti terapeutici, nonché negli stili di vita e nella risposta ai nutrienti.

Alla luce di questi dati, la MdG deve rappresentare una dimensione interdisciplinare, un approccio condiviso da tutte le branche della medicina, per poter arrivare ad una reale uguaglianza nell’accesso e nella qualità delle cure mediche.

 

Nonostante questo articolo sia dedicato al tema della medicina di genere, è importante sottolineare che questo approccio, nell’ottica di una medicina sempre più patient-oriented e personalizzata, deve essere applicato a tutte le differenze: di etnia, di orientamento sessuale, di appartenenza a gruppi marginalizzati che può influire sulla presentazione e quindi sulla diagnosi e sulla cura delle malattie che andiamo a trattare.

 

Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere in Italia

Cos’è il piano per la medicina di genere?

In Italia, come in molti altri paesi occidentali, nonostante le donne vivano più a lungo degli uomini, l’aspettativa di “vita sana” è equivalente tra i due sessi.

In Italia esiste una legge sulla medicina di genere?

Sebbene l’interesse per la medicina di genere si stia diffondendo in tutto il mondo, con la Legge 3/2018 (“Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della Salute”), l’Italia è stata il primo Paese in Europa a formalizzare l’inserimento del concetto di “genere” in medicina.

L’articolo 3 di questa legge, “Applicazione e la diffusione della medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale”, richiede la predisposizione di:

«un Piano volto alla diffusione della medicina di genere mediante divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie che nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura tengano conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale in modo omogeneo sul territorio nazionale».

Il Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere in Italia segue alcuni principi generali:

  • un approccio intersettoriale tra le diverse aree mediche e le scienze umane che tenga conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire l’appropriatezza della ricerca, della prevenzione, della diagnosi e della cura
  • promozione e sostegno della ricerca (biomedica, farmacologica e psico-sociale) basata sulle differenze di genere
  • promozione e sostegno dell’insegnamento della medicina di genere, garantendo livelli di formazione e di aggiornamento adeguati per il personale medico e sanitario
  • promozione e sostegno dell’informazione pubblica sulla salute e sulla gestione delle malattie, in un’ottica di differenza di genere.

La Legge 3/2018 al Comma 5 prevede anche l’istituzione presso l’Iss di un Osservatorio dedicato alla medicina di genere al fine di coinvolgere gli altri enti vigilati dal ministero della Salute (Irccs, Aifa e Agenas) e numerosi altri rappresentanti istituzionali. 

 

Le malattie invisibilizzate

La scelta di questo paragrafo si ricollega alla prefazione dell’articolo: in Peer4Med crediamo che unɘ professionista sanitariɘ non possa prescindere dall’ascolto autentico e privo di pregiudizio delle persone che deve trattare. 

Cosa sono le malattie invisibili?

Le malattie che citerò di seguito sono definite “invisibili”, ma ultimamente questo termine si sta sostituendo con quello di malattie invisibilizzate, ovvero rese tali da anni di false credenze, che nel tempo hanno rivestito un ruolo più importante di quello delle testimonianze delle pazienti affette.

Queste malattie colpiscono milioni di persone (3 milioni in Italia, 190 nel mondo, dalle stime più recenti) ma non sono ancora del tutto riconosciute dallo Stato.

Le pazienti affette da fibromialgia, endometriosi, vulvodinia e malattia infiammatoria pelvica cronica vivono anni di dolore a causa del sistematico ritardo diagnostico, che si aggira in media tra i 7 e i 10 anni ma può arrivare in alcuni casi a cifre di gran lunga maggiori.

Il sistema sanitario nazionale non copre i costi per le visite, gli esami e i farmaci, ne consegue che molte persone non hanno la possibilità economica di curarsi.

La stessa identica cosa vale per altre malattie, come neuropatia del pudendo o fibromialgia, tutte invisibili e invisibilizzate.

Un esempio riportato in una testimonianza dal titolo “Il costo delle nostre cure”, portata da una paziente in occasione di una manifestazione sul tema delle malattie invisibili, offre un elenco di quelle che sono le spese (totalmente a carico della paziente) che sostiene una persona affetta da una di queste patologie:

  • Pelvilen Dual Act, due al giorno, 42,20 € (60 bustine)
  • Normast, due al giorno, 25,43 € (60 compresse) 
  • Mag2, uno al giorno, 20 € (40 bustine)
  • Endoplus Pro, 25,50 € (30 capsule)
  • Peanase C, 25 € (20 bustine)
  • Riabilitazione del pavimento pelvico, una volta a settimana, 60 €
  • Visita ginecologica, da 100 a 500 € circa 2 volte/aa
  • Visita specialistica (psicologa, nutrizionista, osteopata), da 40 a 150 €

 

Fonti per la stesura dell’articolo:

https://www.bmv.bz.it/it/glossario-parole-chiave-e-riviste/

https://www.epicentro.iss.it/

https://www.epicentro.iss.it/piano

Noi vogliamo tutto, Flavia Carlini, Feltrinelli 2024

 

Per approfondire:

https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2490_allegato.pdf

Ultimi articoli e guide:

Carrello