Nella preparazione al test SSM la pratica è cruciale, ed è da prediligere rispetto alla teoria. Infatti trattandosi di un test, più delle conoscenze contano le competenze, ovvero la padronanza di tutti gli accorgimenti che permettono di affrontare una domanda con maggiore sicurezza.Per questo motivo il nostro consiglio è di fare il maggior numero possibile di esercizi durante la propria preparazione.
Quando iniziare a fare simulazioni? Il nostro consiglio è di iniziare subito, o comunque il prima possibile, dopo aver studiato 2-3 tra le materie principali. Un’opzione è iniziare proprio dai test ufficiali degli anni passati, per farsi un’idea generale del proprio punto di partenza. Qui trovi la simulazione gratuita dell’ultimo test SSM.
Quante simulazioni fare? Si può iniziare con una simulazione a settimana, per poi aumentare a 2-3 a settimana, per arrivare a farne una al giorno/una ogni 2 giorni nell’ultimo periodo prima del test. Create proprio un calendario, magari scegliendo un giorno della settimana dedicato solo alle simulazioni.
A quante domande rispondere e quante lasciarne in bianco? Provate a rispondere al maggior numero possibile di domande, lasciandone in bianco circa 10-40, anche in base alla difficoltà della singola simulazione e al punteggio a cui si aspira. Come sempre la statistica ci viene incontro: se riuscite a escludere 3 opzioni, vi conviene sceglierne una tra le due rimaste. Se riuscite a escluderne solo 1, forse meglio non rischiare.
Qual è l’importanza delle correzioni commentate? Lo studio più efficace è quello che parte dalla domanda, in particolare da quella sbagliata, perché dal commento ad una domanda si apprende la teoria relativa non solo all’opzione corretta, ma anche a tutte le altre opzioni. Quindi non saltate MAI la correzione commentata, ma usatela come strumento di studio/ripasso. Se siete stanchi dopo la simulazione, leggetela il giorno dopo quando sarete più freschi.
E’ importante allenarsi a rispondere a tutti i 140 quesiti simulando il più fedelmente possibile le condizioni del test ufficiale, quindi stando in un ambiente silenzioso e senza distrazioni, stando seduti alla scrivania fino allo scadere del tempo…. All’inizio vi stancherete tanto, ma pian piano vi abituerete e troverete un vostro approccio personale alla simulazione.
Iniziare leggendo tutte le domande una volta e rispondendo prima alle domande di cui siete certi al 100%? Rispondere subito a tutte le domande di cui avete un’idea anche vaga? Lasciare i casi clinici lunghi e complessi alla fine? Se avanza tempo, rileggere tutto una, due, tre volte o mettersi il cuore in pace? Dopo quante domande/tempo fare una pausa per riposare la mente?
Sono tutte opzioni valide, occorre che proviate diversi approcci, e troviate quello che vi si addice di più.
Man mano che andrete avanti, sarete sempre più abili, e potrete fare 2 passi successivi.
Il primo è focalizzarsi non solo sul contenuto teorico, ma anche sull’analizzare come è formulata la domanda. Esistono infatti delle tecniche di risposta molto utili e che si possono usare in tantissimi casi, e maggiore sarà il numero di esercizi che farete, maggiori saranno le abilità di risposta che otterrete. Per esempio, noterete che in molti casi 3 delle 5 opzioni di risposta sono completamente fuori contesto rispetto alle altre due, e quindi da escludere. Oppure che bisogna diffidare di tutti i casi in cui si ritrovano parole assolute come “MAI” o “SEMPRE”.
Il secondo è farsi un’idea generale del proprio punteggio durante la prova (utile soprattutto il giorno del test). Dopo aver risposto a tutte le domande di cui siete certi ed escluso quelle impossibili, potete calcolare a mente a quale punteggio siete arrivati e, in base al punteggio a cui puntate, scegliere a quante altre domande rispondere “rischiando”. Un esempio pratico: se puntate a 100 punti, avete risposto a 80 domande certe, ne avete escluse 10 come impossibili, avete ancora 50 domande da cui sceglierne 20-30 “certe ma non troppo” per raggiungere quel punteggio.
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Buono studio!