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17 luglio 2025
Come specializzarsi negli Stati Uniti parte 2
Requisiti per il Match USA 2025: Certificate ECFMG, USMLE & OET
Prerequisiti per partecipare al Match
Registrazione al Match
Electronic Residency Application Service (ERAS)
Quando iniziare a preparare la propria application?
Selezione dei programmi
Costi da considerare
L’invio dell’application
Interview season
The Match Week
Come funziona il SOAP?
Cosa succede tra il Match Day e l’inizio delle attività?
Tipologie di Specializzazioni Mediche negli USA
Come aumentare le tue possibilità di entrare in residency negli USA
Il Percorso della Residency negli USA
Quanto vengono pagati gli specializzandi in America?
Come funziona con l’assicurazione sanitaria per i resident?
Visto lavorativo per medici
Cosa succede dopo la residency?
Come trovare lavoro negli USA se sei già specialista in Italia
Conclusione
Specializzarsi negli Stati Uniti rappresenta un’opportunità straordinaria per accedere a una formazione medica di eccellenza in un sistema sanitario tra i più avanzati al mondo, ma per il raggiungimento di questo obiettivo è richiesta un’attenta pianificazione e una comprensione approfondita di ogni step.
Nella prima parte della guida abbiamo esaminato nel dettaglio l’intero processo per ottenere l’abilitazione medica americana (ECFMG Certificate), un requisito fondamentale per intraprendere la specializzazione medica negli USA. In questa seconda parte, invece, ci focalizzeremo sul Match e forniremo una panoramica completa sul sistema di specializzazione in USA e sulle opportunità post-specializzazione, senza tralasciare il fondamentale tema dei visti lavorativi per i medici stranieri.
Nota importante: Per facilitare la comprensione di alcuni concetti distanti dalla realtà italiana, abbiamo aggiunto un glossario alla fine dell’articolo. Qui troverai spiegazioni dettagliate dei termini evidenziati in italic. Ti basterà cliccare sul termine per essere reindirizzato direttamente al glossario.
Il The Match, colloquialmente conosciuto come “Match”, è un processo centralizzato e altamente competitivo, gestito dal National Resident Matching Program (NRMP), che assegna (cioè “matcha”) i laureati in Medicina ai programmi di specializzazione medica negli Stati Uniti. Dopo aver inviato le candidature tramite l’Electronic Residency Application Service (ERAS), i candidati partecipano a colloqui su invito dei programmi interessati, per poi creare una lista di preferenze, mentre i programmi elaborano una propria lista di candidati preferiti. Grazie ad un sofisticato algoritmo, il sistema combina queste preferenze per assegnare i posti disponibili in modo ottimale. I risultati vengono rivelati durante il celebre Match Day, che svela ai candidati che hanno matchato dove completeranno il loro percorso di formazione. Per coloro che non matchano, è possibile partecipare al Supplemental Offer and Acceptance Program (SOAP) per accedere agli eventuali posti rimasti vacanti.
Complicato, vero? In realtà lo è ancora più di quello che sembra… Iniziamo quindi ad esaminare ogni aspetto nel dettaglio.
Un requisito imprescindibile per partecipare al Match è il conseguimento dell’ECFMG Certificate, che richiede il completamento degli USMLE Step 1 e Step 2 CK, oltre all’esame di lingua inglese OET. Abbiamo trattato questi aspetti nel dettaglio nella prima parte della guida, quindi, se non l’hai ancora letta, ti consigliamo vivamente di farlo!
Per registrarsi al “The Match” bisogna accedere tramite l’apposito portale nel sito del NRMP per creare il proprio account R3. Ogni anno, la Match Season apre a circa metà settembre; prima di questo momento non sarà possibile registrarsi. Sul sito ufficiale si possono trovare le date esatte di ogni fase del Match corrente. Creare l’account non è complesso seguendo le indicazioni fornite da NRMP: basta inserire i propri dati anagrafici, i dati del proprio profilo professionale tra cui gli USMLE Step Scores, il numero di esperienze di ricerca, abstracts, pubblicazioni e presentazioni, esperienze lavorative e di volontariato, l’eventuale appartenenza alla AOA Honor Medical Society (l’Alfa Omega Alfa Honor Medical Society non esiste in Italia, quindi la risposta sarà per forza no per i candidati italiani), l’eventuale acquisizione di un titolo di Dottorato (PhD) o di altri titoli come Master (MS – Master of Science, MBA – Master of Business Administration, MPH – Master of Public Health, etc).
N.B. Ti starai chiedendo perché vengano richieste queste informazioni a studenti di medicina o, nel caso degli IMGs, a neolaureati. Negli Stati Uniti, è piuttosto comune – soprattutto nelle Medical Schools più prestigiose – che gli studenti completino, parallelamente al corso di laurea in Medicina, un PhD o un Master. Esistono addirittura percorsi integrati, progettati appositamente per chi desidera arricchire il proprio curriculum con titoli accademici aggiuntivi. Il sistema educativo statunitense è infatti molto diverso dal nostro: estremamente flessibile e altamente personalizzabile in base agli interessi individuali. Tuttavia, per i programmi di specializzazione negli USA, il fatto che in Italia tali opportunità non siano previste non costituisce una giustificazione. Sarà quindi tua responsabilità costruire un curriculum di alto livello che ti permetta di distinguerti, anche in assenza di questi titoli. Più avanti nella guida, ti forniremo alcuni suggerimenti su come riuscirci.
A questo punto dovrai fornire il tuo USMLE ID (identico all’ECFMG ID) e ulteriori informazioni personali, come data e città di nascita. Successivamente, ti verrà richiesto di selezionare la tua Università di Medicina da un menu a tendina e di compilare schede aggiuntive con i tuoi indirizzi di residenza, oltre a scegliere una password per il tuo account. Dopo questi passaggi, il tuo account R3 sarà stato creato, ma non sarai ancora ufficialmente registrat* al Match.
Per completare la registrazione, dovrai firmare il contratto di partecipazione al Match del NRMP e pagare la quota di iscrizione (nel 2025, 70$). Una volta fatto ciò, sarai registrat* ufficialmente al Match! Ricorda che puoi iscriverti fino al 31 gennaio dell’anno del Match Day (ad esempio, per il Match del 2025, hai tempo fino al 31/01/2025) senza incorrere in penali economiche (50$).
Per farti notare dai programmi di specializzazione, assicurarti colloqui e aumentare concretamente le tue possibilità di ottenere un posto in Residency, è indispensabile inviare una candidatura completa e mirata ai programmi di tuo interesse. Ma come fare? Per fortuna, esiste una piattaforma dedicata che uniforma i formati di application tra i candidati: l’Electronic Residency Application Service (ERAS). L’ERAS è il sistema utilizzato per presentare le candidature ai programmi di specializzazione medica negli Stati Uniti. Gestito dall'Association of American Medical Colleges (AAMC), ERAS permette ai candidati di inviare la loro documentazione in modo centralizzato ai programmi di interesse. Vediamo insieme come funziona (per la guida dettagliata consigliamo di consultare il sito ufficiale).
La compilazione della ERAS application rappresenta uno degli step più critici per aumentare le possibilità di essere selezionat* dai programmi di residency negli Stati Uniti. Ogni dettaglio deve essere curato con la massima attenzione: non sono ammessi errori di ortografia o imprecisioni di forma. Tutte le informazioni inserite devono essere veritiere, coerenti e verificabili.
⚠️ Attenzione: Negli Stati Uniti, l’integrità dell’application è presa estremamente sul serio. Ogni riga viene letta con attenzione e i programmi possono contattare direttamente i tuoi referenti per confermare la veridicità delle esperienze dichiarate. Ad esempio, se dovessi affermare di aver eseguito un intervento chirurgico come primo operatore durante una rotazione — senza che ciò sia effettivamente avvenuto — e il tuo tutor dovesse smentire tale dichiarazione, verresti esclus* immediatamente e in modo permanente dal programma. Anche una singola discrepanza può compromettere l’intera candidatura. Per questo motivo, è fondamentale essere trasparenti, onesti e precisi in ogni parte dell’application.
La risposta è semplice: il prima possibile. Ogni anno, a Giugno, ERAS rilascia i Token, i codici univoci che servono per aprire il proprio profilo su MyERAS e iniziare a compilare l’application.
La compilazione dell’application richiede tempo, pazienza e un sacco di attenzione ai dettagli. Non è qualcosa che si può fare all’ultimo momento. Anzi, prima inizi, meglio è. Le lettere di raccomandazione (LoRs), ad esempio, vanno richieste con largo anticipo, così da dare ai tuoi referenti il tempo di scriverle con calma e caricarle per tempo. Anche il Personal Statement ha bisogno di tempo per essere scritto bene: non bastano una o due bozze. Serve lavorarci, rileggerlo, magari farti aiutare da qualcuno per migliorarlo. Un Personal Statement curato, autentico e ben mirato può davvero fare la differenza e aprirti le porte del programma dei tuoi sogni. In poche parole: non aspettare. Inizia presto, organizza tutto con metodo e cura ogni dettaglio - perché ogni piccola parte dell’application conta.
Una delle fasi più delicate e strategiche dell’application è la scelta dei programmi di specializzazione a cui inviare la propria candidatura. Infatti, non basta semplicemente cercare i programmi più “prestigiosi” o quelli nelle città più famose: è fondamentale individuare quelli che accettano IMGs e che siano compatibili con il tuo profilo.
Per cominciare, puoi utilizzare strumenti ufficiali e aggiornati come:
⚠️ Attenzione: Non tutti i programmi accettano IMGs. Inoltre, molti programmi che formalmente li accettano richiedono la cittadinanza americana o la Green Card al momento dell’inizio della residency. È quindi fondamentale leggere attentamente la descrizione e i requisiti di ogni programma (di solito indicati nel sito web del programma stesso o nella sezione “Program Requirements” su FREIDA). Inviare candidature “a caso” o senza aver verificato questi dettagli può significare buttare via centinaia (o migliaia) di dollari in tasse di application.
L’application ai programmi richiede il pagamento di una quota variabile in base al numero di programmi selezionati. A partire dal 2024, il costo è strutturato in questo modo (dati ufficiali AAMC/ERAS):
Questo significa che, se decidessi di candidarti a 100 programmi, potresti facilmente superare i 2.500 dollari solo in tasse ERAS, senza contare i costi aggiuntivi per traduzioni, esami USMLE, invio punteggi, certificazioni ECFMG, OET e altri servizi correlati.
Inoltre, è importante sapere che il conteggio dei programmi riparte da zero per ogni specializzazione a cui ti candidi. In altre parole, se ti applichi a due specialità diverse — ad esempio Internal Medicine e Pediatrics — dovrai calcolare separatamente il numero di programmi per ciascuna e sommare i costi di entrambe secondo lo schema ERAS. Questo può far lievitare ulteriormente le spese complessive, quindi è fondamentale pianificare attentamente e tenere tutto sotto controllo fin dall’inizio.
Per aiutarti nella pianificazione dei costi, puoi scaricare a questo link un file Excel modificabile che ti permette di simulare il numero di programmi scelti e calcolare la spesa totale in automatico.
In media, gli IMGs applicano a 100–500 programmi (in alcuni casi anche 1000), specialmente per specializzazioni competitive o molto richieste come Internal Medicine e Family Medicine. Questo approccio massivo aumenta le chance di ottenere interviews, ma fa lievitare considerevolmente i costi, quindi è indispensabile essere metodici, selettivi e ben informati.
Dopo aver completato e caricato tutti i documenti su MyERAS, arriva una fase cruciale del processo: l’invio dell’application ai programmi di residency. Ogni anno, intorno alla metà di settembre, si apre ufficialmente la finestra che permette di inoltrare le candidature. Fino a quel momento, puoi continuare a modificare il tuo profilo, aggiornare il Personal Statement, aggiungere esperienze, o gestire le tue preferenze con flessibilità. Tuttavia, una volta inviata l’application a un programma, non sarà più possibile modificarla per quel destinatario, quindi è fondamentale arrivare preparati, con ogni sezione revisionata nei minimi dettagli.
Un aspetto spesso sottovalutato dagli IMGs riguarda il timing dell’invio: anche se è possibile inoltrare le application fin dal primo giorno di apertura, i programmi non ricevono effettivamente le candidature prima della fine di settembre. Fino ad allora, tutte le domande restano "in coda", come se si accumulassero virtualmente su una scrivania, ma senza essere ancora accessibili ai Program Directors.
Ma allora, che vantaggio c’è a inviare l’application subito all’apertura? Semplice: l’ordine conta. Il giorno in cui i programmi iniziano a visionare le application, quelle inviate per prime si troveranno in cima alla pila. Considerando che molti programmi - soprattutto i più competitivi - ricevono centinaia o migliaia di domande, essere tra i primi candidati visibili può davvero fare la differenza. Per un IMG, ogni dettaglio, ogni tempistica rispettata e ogni accorgimento strategico possono aumentare le possibilità di ottenere un’interview.
Una volta inviate le application e superata la fatidica scadenza di fine settembre, si apre una nuova fase del percorso: la trepida attesa delle interview. Se il tuo profilo viene selezionato, riceverai un invito tramite il portale ERAS o direttamente via e-mail all’indirizzo che hai indicato nella tua application. A quel punto, inizieranno i colloqui - e sì, è proprio lì che ti giochi tutto.
Le interview sono l’occasione per farti conoscere davvero: uscire dai numeri, dai punteggi e dai file PDF, e mostrare la tua personalità, motivazione e attitudine. Ma attenzione: non sono solo un test sulla tua persona. Servono anche a te per capire se il programma ti convince, se l’ambiente ti piace e se ti ci vedresti per i prossimi anni.
Per questo è fondamentale arrivare preparati: sapere come funzionano le interview, quali domande aspettarti, come strutturare le risposte, cosa dire (e cosa non dire assolutamente), come vestirti, come gestire lo stress... tutto fa la differenza. Non basta essere selezionati: bisogna farsi ricordare nel modo giusto!
L’interview season in genere va da ottobre a gennaio. Ogni programma è libero di decidere come condurre le interview e in che date organizzarle: alcune avvengono ancora in presenza, ma ormai la maggior parte è virtuale, soprattutto per ridurre costi e complessità logistiche. Quando le interview sono in presenza, possono durare anche due giorni interi. Alcuni programmi coprono parte delle spese - come l’hotel o addirittura il volo - ma molti altri no: in quel caso, tutto è a carico tuo. Ecco perché, quando si dice che il percorso per entrare in residency è costoso, non si parla solo delle application fees: anche la interview season può diventare una spesa enorme, specialmente se ricevi inviti da programmi in diverse parti degli Stati Uniti. Le interview in genere seguono una struttura abbastanza simile: una parte più informale e sociale, come un aperitivo virtuale o in presenza con i residents, dove puoi fare domande, conoscere l’ambiente e respirare il clima del programma; e una parte più “ufficiale”, con colloqui individuali o di gruppo con diversi membri del team, tra cui il Program Director, senior faculty, e altri medici strutturati. Queste conversazioni servono a valutarti, ma anche a capire se potresti essere un buon fit per il programma.
Come prepararsi? Le risorse non mancano: ci sono libri specifici, video gratuiti su YouTube, e persino corsi a pagamento per affinare la tua performance. Ma, più di tutto, la preparazione migliore è fare pratica con chi ci è già passato: confrontarsi con attuali residents che hanno appena affrontato questo percorso ti permetterà di ottenere insight reali ed esempi di domande e di acquisire quella sicurezza che fa la differenza.
Durante l’interview season, gli inviti non arrivano tutti assieme, ma vengono inviati a ondate, distribuiti su settimane o anche mesi. Alcuni programmi mandano inviti già a inizio ottobre, altri molto più avanti, perfino a dicembre o gennaio. Questo significa che non bisogna mai scoraggiarsi: anche se non ricevi nulla nei primi giorni, resta pronto e concentrato. Continua a controllare quotidianamente la tua e-mail e il portale MyERAS, e preparati a rispondere in tempi brevi: spesso i posti per le interview si esauriscono in poche ore. Per evitare situazioni stressanti legate a sovrapposizioni di date, alcune specializzazioni hanno aderito all’ “interview release day”, durante il quale tutti i programmi di una determinata branca di specializzazione rilasciano gli inviti contemporaneamente. Questo sistema permette ai candidati di avere una visione più chiara delle opzioni disponibili, valutare meglio le offerte ricevute e gestire il calendario in modo più organizzato. Tuttavia, non tutte le specialità seguono questa prassi, quindi è importante rimanere flessibili e reattivi durante tutta la stagione.
È inoltre consigliabile prendere appunti dettagliati su ogni programma visitato, includendo le impressioni personali. Questi appunti saranno preziosi al momento di stilare la tua Rank Order List per il Match.
Una volta concluse tutte le interview, si entra nella fase finale: il Match. A partire da inizio febbraio, potrai accedere al portale dell’NRMP (dove ti sei iscritt* per partecipare al Match) per compilare la tua Rank Order List (ROL), ovvero una lista dei programmi dove hai ottenuto le interview, ordinata secondo le tue preferenze personali. Allo stesso tempo, anche i programmi compileranno una loro lista di preferenza dei candidati intervistati.
Il Match è gestito da un algoritmo informatico sviluppato per favorire la preferenza del candidato (e non del programma). In pratica, il sistema cerca di assegnarti alla posizione più alta nella tua lista dove anche tu sei presente nella lista del programma. Ad esempio, se hai messo come prima scelta “Internal Medicine – Mount Sinai” e loro ti hanno classificato al 4° posto della loro lista, mentre hanno 5 posti disponibili, verrai matchato lì, anche se magari un altro programma ti ha messo al 1° posto. Se vuoi approfondire il funzionamento, ti basta cercare su YouTube “Residency Match Algorithm”: troverai video ufficiali dell’NRMP che lo spiegano passo per passo.
La settimana del Match, chiamata Match Week, si svolge ogni anno a marzo ed è il culmine di tutto il processo. Si apre il lunedì alle 10:00 AM (ET), quando ogni candidato riceve una notifica via e-mail che risponde alla domanda più importante: "Sei matchato?"
Se sì, dovrai solo aspettare il venerdì per sapere dove.
Se no, potrai accedere al Supplemental Offer and Acceptance Program (SOAP), una procedura di "ripescaggio" gestita in round successivi tra lunedì pomeriggio e giovedì, durante i quali puoi candidarti fino a 45 programmi con posti ancora disponibili.
Il Match Day vero e proprio arriva il venerdì alle 12:00 (ET): è allora che, in contemporanea in tutti gli Stati Uniti (e nel mondo, per gli IMGs), viene svelato il risultato finale. È un momento emozionante e carico di tensione, in cui migliaia di futuri medici scoprono dove inizieranno la loro formazione specialistica, spesso durante cerimonie simboliche organizzate dalle università e ospedali.
Nel caso in cui tu non venga matchato - cioè se nessuno dei programmi che hai inserito nella tua lista ti ha selezionato - non è ancora tutto perduto. Potrai infatti partecipare al SOAP, un processo strutturato e ufficiale che si svolge nella settimana del Match e che dà una seconda possibilità ai candidati rimasti senza sede.
Il lunedì della Match Week, il sistema NRMP ti comunicherà se sei stato matchato o meno. Se risulti "unmatched" o "partially matched", potrai subito accedere alla lista aggiornata dei programmi con posizioni vacanti, visibile attraverso il portale ERAS. Da quel momento inizierà una fase frenetica in cui potrai inviare nuove application mirate (fino a un massimo di 45 programmi), riformulando o riadattando rapidamente i tuoi documenti. Il SOAP si svolge a round successivi: i programmi selezionano i candidati e, in ciascun round, inviano proposte di ammissione. Tu potrai scegliere se accettare o meno, ma se rifiuti un’offerta, non potrai tornare indietro. È un processo veloce, molto competitivo e con margini di manovra ristretti, quindi bisogna essere reattivi, preparati e strategici. Molti IMGs riescono a ottenere una posizione proprio tramite il SOAP, soprattutto in specialità come Family Medicine, Internal Medicine, Pediatrics o Pathology. Tuttavia, è fondamentale arrivarci pronti, con documenti aggiornati, lettere flessibili e la disponibilità mentale ad agire in tempi rapidissimi.
Congratulazioni!! Hai matchato nel programma dei tuoi sogni. Ma ora, che succede?
Tra il Match Day (terzo venerdì di marzo) e l’inizio ufficiale della residency (di solito 1° luglio) si apre una fase di transizione molto importante: un periodo che sembra “vuoto” ma in realtà è pieno di scadenze, preparativi e documenti da completare. Ecco cosa succede in quei mesi e cosa aspettarti:
In breve, mesi tra il Match Day e luglio non sono vacanza: sono una fase fondamentale di transizione logistica, legale e mentale. Gestirla bene significa partire con il piede giusto e arrivare al primo giorno di residency pront*, motivat* e in regola con tutto.
Negli Stati Uniti, al termine del percorso di laurea in medicina (o dopo la certificazione ECFMG per gli IMGs), i medici intraprendono un programma di specializzazione, ovvero la Residency, che rappresenta la formazione clinica specialistica vera e propria. Esistono oltre 40 specializzazioni accreditate dall’ACGME (Accreditation Council for Graduate Medical Education), suddivise tra discipline mediche, chirurgiche e diagnostiche/dei servizi. Per un elenco completo di tutti i programmi esistenti consigliamo di cercare su AMA FREIDA Residency Explorer.
Tra le specialità più richieste e popolari ci sono:
La durata della residency varia in base alla specializzazione scelta. Le specialità di base durano generalmente 3 anni (es. Internal Medicine, Pediatrics, Family Medicine). Le specialità chirurgiche e alcune mediche richiedono 5–7 anni (es. General Surgery, Neurosurgery, Orthopedic Surgery). Specialità come Dermatology, Ophthalmology o Radiation Oncology prevedono spesso un anno preliminare di medicina interna (Transitional Year) seguito da altri 3-4 anni di training specifico.
Dopo la residency, molti medici decidono di proseguire con una Fellowship, ovvero un percorso di super-specializzazione (1–3 anni) che permette di acquisire competenze avanzate in un ambito specifico. Ad esempio, dopo Internal Medicine si può accedere a fellowship in Cardiology, Gastroenterology, Infectious Diseases, Oncology o Pulmonology. Analogamente, chi ha completato General Surgery può specializzarsi ulteriormente in Pediatric Surgery, Transplant Surgery o Surgical Oncology.
Entrare in residency negli Stati Uniti come IMG non è impossibile, ma è altamente competitivo. Ottenere buoni punteggi agli USMLE è solo l’inizio: ciò che fa davvero la differenza è costruire un profilo completo, coerente e ben riconoscibile dai programmi. Tre elementi chiave possono potenziare enormemente le tue chances: clinical electives, ricerca e networking.
In sintesi: se vuoi massimizzare le possibilità di entrare in residency, non puntare solo sugli esami. Costruisci una strategia a lungo termine fatta di esperienza clinica, visibilità accademica e connessioni autentiche. Gli IMGs che riescono nel Match non sono necessariamente i più brillanti “sulla carta”, ma quelli che riescono a dimostrare attivamente il loro valore all’interno del sistema americano.
Una volta entrato in residency, inizia la tua vera formazione clinica come medico, con un ruolo attivo e responsabile all’interno del sistema sanitario americano. Il training si svolge direttamente sul campo, negli ospedali affiliati al programma, dove ogni resident partecipa alla gestione quotidiana dei pazienti, sotto la supervisione dei medici strutturati (attendings) e spesso anche dei Chief Residents, che svolgono un ruolo chiave nella didattica e nel coordinamento clinico. L’approccio è fortemente pratico: il principio del “learning by doing” - imparare facendo - è alla base dell’intera esperienza formativa.
I programmi di residency sono organizzati per bilanciare attività clinica e formazione teorica. Ogni settimana, tipicamente il mercoledì mattina, sono previste sessioni didattiche obbligatorie: lezioni frontali, Grand Rounds interdisciplinari, simulazioni d’esame, journal clubs e sessioni di revisione di casi clinici. Tra le simulazioni più frequenti ci sono quelle del Board Exam - l’esame finale di certificazione per gli specialisti - e gli OSCE (Objective Structured Clinical Examination), test pratici che valutano la capacità del candidato di affrontare scenari clinici realistici, come comunicare con un paziente, formulare una diagnosi o eseguire un esame obiettivo in condizioni simulate.
Il carico di lavoro è intenso: i turni possono arrivare fino a 80 ore settimanali, limite massimo consentito dall’ACGME, distribuiti tra giorni feriali, notti e weekend. I residents sono coinvolti in tutte le fasi della cura del paziente, dalla valutazione iniziale alla decisione terapeutica, e - soprattutto nelle specialità chirurgiche - partecipano attivamente agli interventi. Negli USA, gli specializzandi operano realmente, sotto supervisione, sin dai primi anni di training.
Questo ritmo sostenuto, unito all’alto livello di responsabilità, può diventare una fonte importante di stress e affaticamento psicofisico. Il burnout tra i residents è un fenomeno serio e documentato, e purtroppo non sono rari i casi di crisi depressive o, in casi estremi, suicidi. Per questo motivo, molti programmi stanno investendo risorse nella promozione del benessere mentale, offrendo supporto psicologico, servizi di mentorship, workshop sulla gestione dello stress e spazi di decompressione.
Durante la residency, la tua crescita viene monitorata costantemente. Le valutazioni periodiche si basano su performance clinica, capacità di comunicazione, lavoro in team, autonomia decisionale e conoscenze teoriche. Al termine di ogni anno, il programma decide se promuoverti al livello successivo (PGY+1). Inoltre, ogni resident sostiene annualmente i cosiddetti In-Training Exams, test nazionali standardizzati che permettono di confrontare la propria preparazione con la media dei colleghi dello stesso anno, a livello nazionale. Non dimenticarti che per ottenere la Licenza Medica Statale (ebbene si, ogni stato americano ha la propria!), serve anche superare lo USMLE Step 3, il terzo e ultimo grande ostacolo della serie di esami più temibili.
Al termine della residency, per ottenere la licenza definitiva per esercitare come specialista, è necessario superare un esame di board certification specifico per la propria specialità. Ricordi quella puntata di Grey’s Anatomy in cui i personaggi sostengono un esame finale stressante e altamente competitivo? Bene, non è così romanzato, ma quella prova esiste davvero: in genere si tratta di una parte scritta (computer-based), seguita in alcune specialità da un esame orale, tenuto in sede designata e in data precisa. Senza questo esame non si può lavorare come medico specialista negli Stati Uniti.
Una volta certificato, puoi scegliere se entrare subito nel mondo del lavoro, proseguire con una fellowship di super-specializzazione o orientarti verso una carriera accademica o di ricerca.
Quanto guadagna un resident negli USA?
Durante il periodo di residency, i medici non sono più studenti ma dipendenti ospedalieri, e quindi percepiscono uno stipendio annuale fisso, definito a seconda del livello di formazione, noto come PGY (Post-Graduate Year). Lo stipendio parte mediamente da circa $60.000 – $68.000 all’anno per un PGY-1, ma cresce ogni anno con l’aumentare della seniority. Un PGY-2, ad esempio, guadagnerà in media $2.000–$3.000 in più all’anno rispetto al livello precedente, e così via fino alla fine della residency. Tuttavia, ci sono forti variazioni regionali. Gli stipendi sono spesso più alti in grandi città come New York, Los Angeles o Boston, dove il costo della vita è elevato, ma questa differenza non sempre compensa le spese locali (affitti, trasporti, tasse). Paradossalmente, un resident in un programma più “piccolo” ma situato in zone meno costose (es. Midwest o Sud) può trovarsi con maggiore capacità di risparmio nonostante uno stipendio nominalmente più basso. In generale, lo stipendio di un resident serve a coprire le spese di base, ma non consente grandi margini di risparmio, specialmente se si devono sostenere costi legati a visti, spostamenti, esami, trasferimenti o spese familiari. Per questo motivo, la pianificazione economica è fondamentale, così come valutare bene l’area geografica del programma a cui ci si candida.
Durante la residency, i medici in formazione sono dipendenti dell’ospedale o del sistema sanitario a cui appartiene il loro programma, e come tali ricevono una copertura sanitaria. Quasi tutti i programmi ACGME offrono ai residents un piano di assicurazione sanitaria (health insurance), che copre in genere: visite mediche di base e specialistiche, esami diagnostici, ricoveri ospedalieri, vaccinazioni obbligatorie, accesso alla salute mentale (incluso counseling e supporto psicologico), spesso anche copertura odontoiatrica e oculistica (a seconda del piano). Alcuni programmi estendono la copertura anche al coniuge e ai figli. Tuttavia, i piani non sono tutti uguali: le franchigie (deductibles), i costi fuori rete (out-of-network), e le percentuali di rimborso possono variare. È importante leggere bene i dettagli del piano offerto e, se possibile, confrontare le opzioni disponibili durante l’orientamento iniziale (intern orientation). In linea di massima, anche se la maggior parte del premio assicurativo è pagato dall’ospedale in cui lavori, una parte ti viene comunque detratta dalla busta paga. Per un resident senza particolari patologie, il premio mensile ammonta a circa 100$. Curiosità: il dentista in USA è coperto dall’assicurazione medica!
Per i medici internazionali che desiderano intraprendere una residency negli Stati Uniti, la scelta del visto è una decisione cruciale che può influenzare significativamente il percorso professionale. Le opzioni principali sono il visto J-1, l'H-1B e, per coloro che possiedono qualifiche eccezionali, la green card EB-1A.
Visto J-1: la via più comune per la residency
Il visto J-1 è il più frequentemente utilizzato dagli IMGs per partecipare a programmi di formazione medica negli Stati Uniti. È sponsorizzato esclusivamente dall'ECFMG attraverso il suo Exchange Visitor Sponsorship Program. Per ottenere questo visto, è necessario: possedere la certificazione ECFMG, avere un'offerta formale da parte di un programma di Residency, fornire una "statement of need" dal Ministero della Salute del proprio paese di residenza permanente. Una caratteristica distintiva del visto J-1 è il requisito di tornare a lavorare nel proprio paese d’origine per due anni (2-year home rule) al termine della formazione, prima di poter tornare a lavorare in USA con visto o green card. Tuttavia, è possibile richiedere un waiver di questo requisito in circostanze specifiche, come lavorare in aree dove i medici americani non vogliono andare (piccole città dell’Alabama, Tennesee, Wyoming, ecc).
Visto H-1B: maggiore flessibilità, ma requisiti più stringenti
Il visto H-1B è un visto per lavoratori specializzati e può essere utilizzato dagli IMGs per la residency, a condizione che il programma sia disposto a sponsorizzarlo. I requisiti includono: certificazione ECFMG + superamento dell’USMLE Step 3, un'offerta di lavoro da parte di un datore di lavoro statunitense disposto a presentare una petizione H-1B. A differenza del J-1, l'H-1B consente il "dual intent", il che significa che è possibile richiedere la green card mentre si è ancora titolari del visto H-1B. Inoltre, non vi è l'obbligo di tornare nel paese d'origine per due anni. Tuttavia, il numero di visti H-1B è limitato annualmente, e la sponsorizzazione può comportare costi e impegni significativi per il datore di lavoro.
Green Card EB-1A: per medici di abilità “straordinaria”
La green card EB-1A è destinata a individui con un curriculum particolare in campi come la medicina, la scienza, l'arte o l'istruzione. Per qualificarsi, è necessario dimostrare riconoscimenti nazionali o internazionali significativi, come premi prestigiosi, pubblicazioni su riviste accademiche di rilievo, ruoli di leadership in organizzazioni prestigiose, contributi originali di grande importanza nel proprio campo. Un vantaggio significativo dell'EB-1A è la possibilità di auto-petizione, ovvero non è necessario un'offerta di lavoro da parte di un datore di lavoro statunitense. Recenti aggiornamenti hanno reso più accessibile questa categoria, specialmente per professionisti STEM e imprenditori, grazie all'accettazione di prove "comparabili" quando i criteri standard non si applicano facilmente. Tuttavia, essendo necessario affidarsi ad Immigration Lawyers specializzati, il costo per l’application è esorbitante (> 20,000$ solo per iniziare le pratiche).
Quindi, la scelta tra queste opzioni dipende da vari fattori, tra cui le proprie qualifiche, gli obiettivi di carriera a lungo termine e le opportunità offerte dai programmi di residency. È consigliabile consultare un avvocato specializzato in immigrazione per determinare il percorso più adatto alla propria situazione.
Di seguito una tabella riassuntiva per i vari tipi di visto:
Dopo aver completato la residency negli Stati Uniti, i medici internazionali (IMGs) hanno diverse opportunità di carriera, sia negli USA che eventualmente in altri Paesi.
Al termine della residency, molti IMGs scelgono di rimanere negli Stati Uniti per esercitare la professione medica. Per farlo, è necessario ottenere la board certification nella propria specialità. La American Board of Medical Specialties (ABMS) è l'organizzazione principale che supervisiona la certificazione in oltre 150 specialità mediche. Per ottenere la certificazione, è richiesto completare un programma di residency ACGME-accredited, ottenere una full Medical License (cioè senza limitaizioni) in almeno uno Stato americano, superare un esame scritto e, in alcune specialità, anche orale, specifico per propria area di competenza. La board certification è spesso un requisito per ottenere privilegi ospedalieri e per essere accettati nei network assicurativi professionali, rendendola essenziale per la pratica clinica negli USA.
Il ritorno in Italia dopo una specializzazione completata negli Stati Uniti può presentare sfide significative. Quindi attenzione, soprattutto voi, aspiranti chirurghi che volete completare il training all’estero per poi rientrare! Il riconoscimento del titolo di specializzazione ottenuto extra-Itaia non è automatico e richiede una procedura formale presso il Ministero della Salute. Questo processo può includere la presentazione di documentazione dettagliata sul percorso formativo, la valutazione della corrispondenza tra la formazione ricevuta e quella prevista in Italia, eventuali esami integrativi o periodi di tirocinio. È importante notare che, sebbene ci siano stati casi di riconoscimento, la procedura può essere lunga e complessa, e non garantisce l'automatica equipollenza del titolo.
Per quanto riguarda altri Paesi, il riconoscimento della specializzazione statunitense varia in base alle normative locali. In alcuni Stati, come il Canada, potrebbero essere richiesti ulteriori esami o periodi di formazione aggiuntivi. È quindi essenziale informarsi sulle specifiche requisiti del Paese di interesse prima di intraprendere un percorso di rientro o trasferimento.
Quindi, mentre le opportunità di carriera post-specializzazione negli Stati Uniti sono numerose e ben strutturate, sebbene spesso vincolate al tipo di visto ottenuto durante la Residency, il rientro in Italia o il trasferimento in altri Paesi richiedono una pianificazione attenta e una comprensione approfondita delle procedure di riconoscimento dei titoli professionali.
Se hai completato la specializzazione medica in Italia e sogni di esercitare come specialista negli Stati Uniti, sappi che il percorso è possibile, ma estremamente complesso e limitato. Le regole per esercitare la medicina in USA sono molto rigide e variano da stato a stato, ma in generale richiedono di aver completato una Residency ACGME-accredited sul suolo americano. Tuttavia, esistono alcune vie alternative da conoscere e valutare con attenzione:
1. Fellowship clinica negli USA: una delle opzioni più accessibili per gli specialisti stranieri è partecipare a una fellowship clinica non ACGME-accredited. Alcuni programmi, infatti, offrono posizioni anche a chi ha conseguito la specializzazione all’estero, senza necessità di ripetere tutta la residency. Queste fellowship, spesso focalizzate su ricerca o settori altamente specialistici (es. neuroanestesia, chirurgia dei trapianti di fegato, terapia del dolore e medicina palliativa), non conducono alla certificazione del Board ma ti consentono di acquisire esperienza nel sistema americano, ottenere lettere di raccomandazione statunitensi, sviluppare contatti accademici, e, in alcuni rari casi, aprire la strada a future posizioni cliniche o ulteriori training ACGME-accreditati. Per accedervi, è necessaria la certificazione ECFMG e il superamento dello USMLE Step 3, dal momento che quasi tutte queste fellowship offrono solo il visto H-1B.
2. Lavorare come Attending Physician: lavorare direttamente come specialista indipendente è molto difficile per un medico formato all’estero. In linea generale, per essere considerati "board-eligible" (cioè candidabili alla certificazione del Board) bisogna aver completato una residency accreditata ACGME negli Stati Uniti. In assenza di questa, non si può sostenere l’esame di Board Certification, e quindi non si può ottenere una Full Medical License in quasi tutti gli stati. Ci sono però alcune rare eccezioni: alcuni stati americani, in condizioni di grave carenza di medici (soprattutto rurali o underserviced), permettono - con criteri molto rigidi - l’assunzione temporanea di medici stranieri anche senza anni di esperienza clinica o fellowship americana alle spalle. In questi casi si possono ottenere permessi provvisori o limitati, ma si tratta di deroghe eccezionali e spesso vincolate a una specifica struttura o progetto. Il superamento dello USMLE Step 3 e un visto lavorativo (H-1B) sono comunque requisiti fondamentali.
Intraprendere il percorso verso la specializzazione medica negli Stati Uniti è una sfida impegnativa, ma anche una delle esperienze più formative e gratificanti che un giovane medico possa affrontare. Non si tratta solo di superare esami o completare una lunga serie di documenti: è un vero e proprio processo di crescita personale e professionale, che richiede dedizione, pazienza e visione a lungo termine. Dalla preparazione degli USMLE alla creazione di un’application impeccabile su ERAS, dalle prime clinical electives ai colloqui della interview season, ogni step ha il potere di avvicinarti al tuo obiettivo… o di allontanartene, se sottovalutato.
Ma nonostante la competitività e le difficoltà - soprattutto per chi proviene da contesti diversi come l’Italia - questa strada è percorribile, e sono ormai molti gli IMGs italiani che ce l’hanno fatta. I vantaggi? Accesso a una formazione clinica di eccellenza, possibilità di crescita continua, sbocchi internazionali, e - cosa da non sottovalutare - un impatto reale e positivo sulla vita dei pazienti. Certo, ci sono sacrifici da fare, costi da affrontare, e ostacoli da superare, ma se la medicina è la tua passione e credi nel valore della preparazione sul campo, allora questo investimento ripagherà, e non solo in termini economici.
Detto ciò, è fondamentale anche riflettere con lucidità sulle implicazioni personali e sociali di questo percorso. Vivere e lavorare negli Stati Uniti significa trasferirsi lontano da casa per un periodo spesso indefinito, affrontare la distanza dalla famiglia, adattarsi a un nuovo stile di vita, e confrontarsi con una società che - negli ultimi anni - ha vissuto forti tensioni politiche, sociali e culturali, spesso con impatti tangibili anche sul lavoro dei professionisti della salute. Inoltre, il sistema sanitario americano è complesso, competitivo e legato al mercato assicurativo, con ritmi di lavoro e aspettative molto elevate.
È bene considerare anche che il ritorno in Italia, se un giorno si sentisse il bisogno di rientrare, non sarebbe semplice: il riconoscimento della specializzazione ottenuta in USA non è automatico, e le procedure burocratiche sono spesso lunghe ed incerte. In altre parole, si tratta di una scelta di vita che, se non definitiva, è comunque molto difficile da “annullare” senza conseguenze.
Per questo motivo, prima di iniziare, è essenziale porsi le domande giuste, valutare non solo le opportunità professionali ma anche le implicazioni personali, emotive e relazionali. Per alcuni, sarà il sogno che apre tutte le porte. Per altri, potrebbe rivelarsi un percorso solitario o troppo distante dal proprio orizzonte di vita.
Ma se dopo aver riflettuto davvero, la risposta è ancora sì… allora mettiti in marcia e preparati a dare il massimo: il cammino è duro, ma la destinazione può cambiare il corso della tua carriera - e della tua vita!
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